2024: l’ombra della Luce

 

Da sempre a fine anno leggo il rapporto Censis. Una fotografia che misura il polso di questo nostro paese e ne cattura lo stato concreto ed emotivo. Quello che il Censis ha pubblicato il 1 dicembre 2023 è un quadro certamente preoccupante ma, direi, piuttosto veritiero.

La società italiana sembra affetta da sonnambulismo, precipitata in un sonno profondo del calcolo raziocinante che servirebbe per affrontare dinamiche strutturali dagli esiti funesti…. un fenomeno diffuso nella «maggioranza silenziosa» degli italiani…. resi più fragili dal disarmo identitario e politico, al punto che la maggioranza delle persone, e ancor più dei giovani, è convinta di contare poco nella società. Feriti da un profondo senso di impotenza, una grande insicurezza a causa dei tanti rischi inattesi, delusi dalla globalizzazione che ha portato all’Italia più danni che benefici…..Ci siamo inabissati in una ipertrofia emotiva …Tutto è emergenza: quindi, nessuna lo è veramente. Così Il terreno emotivo su cui poggiamo i piedi ogni giorno è fatto di paure: il clima «impazzito», i problemi strutturali irrisolti del nostro Paese che provocheranno nei prossimi anni una crisi economica e sociale molto grave con povertà diffusa e violenza, la pressione di flussi migratori sempre più intensi, l’arrivo di milioni di persone in fuga dalle guerre o per effetto del cambiamento climatico, il debito pubblico che potrebbe provocare il collasso finanziario dello Stato, il ritorno della guerra… Scenari che paralizzano invece di mobilitare le risorse profonde dell’essere umano che, sempre, sono alimentate dalla SPERANZA. Dov’è la Speranza in questo scenario che abbiamo davanti agli occhi, non troppo immaginato. La speranza è “ tensione a…”, l’ingrediente principale per creare il futuro.

Ma dice ancora il Censis: “ È il tempo dei desideri minori: non più uno stile di vita all’insegna della corsa irrefrenabile verso maggiori consumi per conquistarsi l’agiatezza, ma una più pacata ricerca di piaceri consolatori per garantirsi uno spicchio di benessere. Oggi la maggioranza delle persone pensa che mettere il lavoro al centro della vita è un errore. Non è il rifiuto del lavoro in sé, ma un suo declassamento nella gerarchia dei valori esistenziali. Sempre più si avverte il desiderio quotidiano di momenti da dedicare a sé stessi e tutti stiamo rivalutando la felicità derivante dalle piccole cose di ogni giorno, il tempo libero, gli hobby, le passioni personali. Rispetto al passato, dedichiamo molta più attenzione alla gestione dello stress e alla cura delle relazioni, perni del benessere psicofisico individuale”.

Continua a lungo il rapporto del Censis e potete leggerlo per intero a questo link https://www.censis.it/rapporto-annuale/i-sonnambuli ma ho riportato quel tanto che basta per cercare di capire che siamo nell’Ombra della Luce. Lo scenario è difficile e preoccupante, non indolore, ma qualsiasi rivoluzione evoluzionistica passa attraverso il buio. Al pari di questo possiamo però vedere, attraverso le stesse parole del Censis, che siamo all’ombra della luce:
stiamo cambiando, cambieremo ancora e tutto intorno a noi cambierà. I vecchi paradigmi e pachidermi crollano e ne nascono di nuovi dove i valori intangibili sono più importanti di quelli tangibili. Questo sovvertirà e trascinerà con sé ogni cosa, economia compresa… ma, anche se ancora non sappiamo immaginare come, nascerà una nuova società e una nuova economia e alle sue fondamenta ci sarà un terreno più dolce e gentile, dove avremo più cura e consapevolezza di noi stessi, del valore della vita e avremo cura delle relazioni, avremo cura l’uno dell’altro.

 

Ecco, quindi, che spontaneo esce l’obiettivo che Aghape ha sempre perseguito e a cui spera di dedicare ancora  più forza per il 2024: continuare a coltivare la Luce, la consapevolezza, il pensiero e l’intelligenza, la bontà e la gentilezza, la Speranza. Perché solo se riusciamo a vedere che stiamo camminando nell’ombra della Luce possiamo avere quella forza indomabile che ci farà varcare la soglia e comprendere che siamo già nell’anticamera di un tempo di Luce.  

Fiorenza Guarino